La macchia mediterranea è uno dei principali ecosistemi mediterranei e soprattutto la culla di insospettabili fonti di scoperta. Nel corso degli anni ho imparato a coltivare, cucinare, curarmi e utilizzare le piante della macchia mediterranea nei modi più disparati. La mia ricerca mi porta spesso ad esplorare posti sempre nuovi con sconcertanti scoperte. Una fra tutte è diventata un prodotto utile in agricoltura sostenibile, per migliorare le coltivazioni, ridurre gli interventi e puntare ad eliminare i trattamenti fitosanitari.

All’inizio fu una passeggiata

Fiori di Inula viscosa raccolti in Fattoria Attanasio

Nel 2016, passeggiando lungo un sentiero nella meravigliosa cornice del Golfo di Policastro, mi imbattetti, per puro caso, in una pianta profumata dai fiori a stella, gialli come il sole. Proprio dalla forma del fiore, capii che doveva essere un’ Asteracea (dal greco, fiore a stella). Incuriosito, iniziai la mia prima ricerca su quella pianta e ne scoprii il nome: era l’Inula viscosa, oggi rinominata Dittrichia viscosa in onore al botanico tedesco Manfred Dittrich, direttore del Giardino botanico di Berlino, specializzato nello studio delle Asteracee. In dialetto locale viene chiamata Nasca e in passato la utiilizzavano per molteplici scopi. La pianta di I. viscosa svolge un ruolo agroecologico molto importante perché:

  • mostra un’elevata attività allelopatica, in quanto produce composti chimici tossici per altre specie vegetali competitive;
  • funge da dimora di antagonisti utili a combattere i parassiti delle piante e quindi fondamentali nella lotta biologica;
  • trova applicazione nella fito-bonifica di terreni contaminati in processi di fitoestrazione e bioaccumulo.
  • è riconosciuta per il suo alto potere mellifero in quanto è una pianta abbondantemente utilizzata come nutrimento dalle api.

L’idea di un biostimolante

Pianta di Inula viscosa coltivata in Fattoria Attanasio

Ogni scoperta aumentava la mia curiosità. Da allora ho proseguito la mia ricerca, in lungo e in largo, facendo domande, sperimentando e provando. Iniziai a formulare un prodotto che, applicato in piccole quantità, promuovesse la crescita delle piante, miglioranasse l’efficienza d’assorbimento e d’assimilazione dei nutrienti, aumentasse la tolleranza agli stress e la qualità della pianta: in gergo tecnico, un biostimolante. Un prodotto che non contenesse chimica di sintesi e che stimolasse nel modo più naturale possibile le capacità delle piante. Un prodotto che seguisse i miei standard di ecosotenibilità e che potesse invogliare all’approfondimento delle conoscenze rurali. Nel 2020 è iniziata la collaborazione con il dr. Domenico Prisa, ricercatore tecnico del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), esperto in tecniche innovative senza chimica di sintesi per la coltivazione e difesa delle piante, l’apicoltura, la zootecnia e il risanamento ambientale e autore di numerosi studi scientifici.

Il progetto per un prodotto nuovo

E’ nato, così, il progetto INORT, che diventa anche il nome del preparato sperimentale: INula viscosa in ORTo.

Campo di Inula viscosa in Fattoria Attanasio

Realizzo personalmente il mio preparato sperimentale INORT in Fattoria Attanasio, dove le piante di Inula viscosa, coltivate in maniera naturale e sostenibile dal 2017, vengono scelte, raccolte e lavorate nello stesso giorno, per garantire il massimo della qualità.

Gli esperimenti, iniziati a settembre 2020, sono stati condotti nelle serre del CREA-OF a Pescia (Pt), Toscana, Italia. In questa sede, hanno confrontato il prodotto INORT con altre tre sostanze biostimolanti di controllo e con piante non trattate. Quantificando il numero di semi germinati nonchè l’estensione dell’apparato radicale e fogliare, hanno studiato INORT sia in fase germinativa, che in fase di accrescimento.

Il prodotto è stato inizalmente testato su ortive come spinacio (Spinacia oleracea L.) e lattuga (Lactuca sativa L.), due piante largamente coltivate e che spesso sono accompagnate da importanti criticità, come il Pythium spp (ficomiceti che attaccano la pianta e provocano il marciume nella zona a contatto col terreno).

I risultati straordinari

Tutte le piante di Lactuca sativa L. e Spinacia oleracea L. trattate con il biostimolante INORT a base di Inula viscosa hanno mostrato un aumento significativo dei parametri agronomici analizzati rispetto al controllo trattato con altri biostimolanti. In Lactuca sativa L. il tasso di germinazione dei semi era significativamente più alto in INORT (73,13%), rispetto al confronto con il biostimolante di controllo migliore (68,98%). In Spinacia oleracea L. la percentuale di germinazione dei semi era significativamente più alta in INORT con il 74,49% seguita dal 70,27% del biostimolante di confronto col valore più alto.

Gli effetti di INORT sulle piante sono evidenti: a sx INORT, a dx controllo

I risultati mostrano che l’uso del biostimolante sperimentale INORT introdotto nel terreno può migliorare la qualità delle piante trattate aumentando significativamente la germinazione dei semi e la crescita delle piante.

Le piante trattate con INORT mostrano uno sviluppo fogliare e radicale maggiore e più fitto rispetto a quelle trattate con altri biostimolanti di controllo o quelle non trattate.

E non solo…

Il test ha inoltre evidenziato che il biostimolante sperimentale INORT può anche avere un effetto nel contenimento dell’attacco delle piante causato dal patogeno Pythium spp. in Lactuca sativa L. e Spinacia oleracea L. In particolare su Lactuca sativa, le piante colpite dal patogeno sono state solo 0,82 in quelle trattate con INORT, contro 1,61 del biostimolante di controllo col risultato migliore, riducendo gli attacchi della metà. Questi risultati mostrano il prodotto sperimentale INORT come una possibile alternativa da utilizzare come biostimolante liquido e nel controllo di insetti e funghi patogeni.

Questo studio mostra ulteriori aspetti interessanti ed innovativi dell’utilizzo dell’I. viscosa, vista la sua riconosciuta importanza dal punto di vista medicinale, mellifero e della biodiversità.

Attualmente, mentre sto scrivendo, sono in corso ulteriori sperimentazioni per confermare l’utilizzo di INORT come possibile prodotto in grado di garantire al coltivatore una possibile riduzione dei fertilizzanti e fitosanitari in orticoltura.

L’articolo scientifico

Lo studio scientifico del Dr. Prisa è diventato un articolo scientifico, in lingua inglese, pubblicato sull’ International Journal of Scientific Research in Multidisciplinary Studies, ISROSET®, un editore accademico multidisciplinare internazionale. ISROSET® pubblica articoli scientifici di ricerca accademica ad accesso aperto, con revisione paritaria, tempestiva e innovativa, dedicati alla ricerca scientifica pionieristica a beneficio dell’umanità, istituito nel dicembre 2012. L’articolo completo è in rete, in lingua inglese, e può essere letto da qui.

Lo studio scientifico vuole essere un forte segnale per l’agricoltura sostenibile: in un momento di grande difficoltà come questo, lancia la sfida necessaria di una rivoluzionaria presa di coscienza collettiva. L’uso consapevole del suolo, con prodotti e pratiche virtuose, diventerà nel prossimo futuro l’imperativo di un sistema sostenibile e sinergico, in cui l’agricoltore non è più semplice produttore di merce ma custode delle conoscenze utili e necessarie al benessere globale. Conoscenze che devono essere assolutamente tutelate e approfondite nel pieno rispetto dell’ambiente. Conoscenze che aprono a nuovi scenari imprenditoriali diversivicati e differenziati, con l’obbiettivo di migliorare per migliorarsi.

Bibliografia:

Biostimulant based on Inula viscosa L. (Dittrichia viscosa L.), algae and microorganisms in the growth and defense of Spinacia oleracea L. and Lactuca sativa L di D.Prisa

Photo:

D.Prisa

Fattoria Attanasio

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